COS’E’ L’AUTISMO?
L’autismo è un disturbo dello sviluppo neurobiologico che impedisce a chi ne è affetto di interagire in maniera adeguata con le persone e con l’ambiente.
Il disturbo si manifesta con caratteristiche e livelli di gravità diversi, infatti per questo si parla di “spettro”. Ogni individuo affetto da autismo è unico e irripetibile. Alcuni hanno un alto funzionamento intellettivo, cioè un quoziente intellettivo addirittura superiore alla norma, altri invece hanno gravi deficit intellettivi e cognitivi. Permangono, comunque, delle tipicità, in tutti coloro che ne sono affetti:
- Alterazione della qualità della comunicazione, della relazione e dell’interazione sociale.
Un aspetto fondamentale della comunicazione è il linguaggio (cioè la comunicazione verbale). Nell’autismo il linguaggio può presentare uno sviluppo normale, non svilupparsi affatto, può presentare dei deficit o avere una forma stereotipata (ripetitivo). Può essere compromessa sia la comprensione del linguaggio verbale, sia quella non verbale (spesso si hanno grosse difficoltà nell’uso di comportamenti non verbali, come lo sguardo diretto, le posture corporee o i gesti che regolano l’interazione sociale).
A questo si associa l’incapacità di sviluppare interazioni adeguate con la mancanza di ricerca spontanea della condivisione di gioie e interessi con altre persone, e mancanza di reciprocità sociale o emotiva; anche quando il linguaggio è adeguato si ha una marcata incapacità di iniziare o sostenere una conversazione con altri oppure si ha un uso del linguaggio stereotipato o anche ecolalico (cioè semplice ripetizione di quanto viene detto dall’interlocutore). - Modelli di comportamento e interessi limitati, stereotipati e ripetitivi. A volte si manifestano comportamenti di eccessiva aderenza alle routine, con conseguente resistenza al cambiamento. Gli interessi molto ristretti e fissi, sono spesso alla base delle notevoli abilità, che evidenziano in un argomento particolare tanto da essere quasi geniali.
Tra le altre caratteristiche vi può essere un’ iper o un ipo reattività nei confronti di input sensoriali (come una apparente indifferenza al dolore / calore / freddo o una risposta eccessiva nei confronti di specifici suoni o tessiture, eccessivo annusare o toccare oggetti, essere affascinati da luci o oggetti che ruotano).
QUALI SONO LE CAUSE DELL’AUTISMO?
Gli studi più recenti indicano che è un disturbo a genesi multifattoriale associata a condizioni cliniche diverse, in cui è fondamentale la componente genetica. Comprende una varietà di disturbi del neuro sviluppo, determinati da un’alterata organizzazione del cervello, il cui esordio avviene nei primi tre anni di vita.
DIAGNOSI E TRATTAMENTO
«In Italia la diagnosi viene mediamente effettuata all’età di 4-5 anni: c’è un ritardo di circa 2-3 anni rispetto ai primi dubbi dei genitori» (Costantino A., 2016).
La diagnosi precoce può essere realizzata solo da specialisti attenti, poiché i primi indicatori affidabili riguardano anomalie qualitative talvolta molto lievi del comportamento sociale.
Un intervento precoce potrebbe bloccare sul nascere l’autismo. E’ il risultato di uno studio pilota del Davis Mind Institute dell’Università della California. Ai primi segnali, come mancanza di contatto visivo, disinteresse alla socialità e alla comunicazione, bisogna subito iniziare una terapia basata sull’interazione genitori-figli. Tra le terapie attualmente più efficaci nell’ambito del trattamento dell’autismo, ma anche di altre disabilità è l’approccio cognitivo-comportamentale ed ABA. L’efficacia è sperimentalmente documentata da migliaia di pubblicazioni scientifiche negli ultimi 40 anni.
Le evidenze scientifiche in tal senso sono state pubblicate anche nelle Linee Guida del Ministero della Salute del 2011.
In cui si afferma che:
- “Le prove a disposizione, anche se non definitive, consentono di consigliare l’utilizzo del modello ABA nel trattamento dei bambini con disturbi dello spettro autistico” (p.55);
- “È consigliato l’uso della terapia cognitivo comportamentale (Cognitive behavior therapy, CBT) per il trattamento della comorbilità (cioè l’associazione con altri disturbi) con i disturbi d’ansia nei bambini con sindrome di Asperger o autismo ad alto funzionamento,[…]può essere utile nel migliorare le capacità di gestione della rabbia in bambini con sindrome di Asperger.” (p.61);
Sono poi indicate una serie di «terapie» non raccomandate ed altre sconsigliate per il trattamento dell’autismo in quanto non ci sono evidenze scientifiche della loro efficacia.
Per chi voglia maggiori informazioni un opuscolo informativo a cura del Centro Studi e Ricerche sul Comportamento (https://www.centrostudiericerchesulcomportamento.it/wp-content/uploads/2023/05/OPUSCOLO-INFO-AUTISMO-CSRC-2019-1.pdf)