COS’È IL DSA?
Perché non legge come gli altri bambini? Perché scrive cosi male tanto da non comprendere cosa scrive? Perché non riesce ad imparare le tabelline?
A queste, e a molte altre domande, è possibile dare una risposta chiare. I bambini che si trovano in una condizione di difficoltà scolastica (e non solo!) potrebbero essere un DSA.
Il DSA è un acronimo per indicare una condizione chiamata Disturbo Specifico dell’apprendimento. I DSA sono disturbi del neurosviluppo, che comportano difficoltà significative nell’ambito delle abilità strumentali (lettura, scrittura e calcolo).
Tuttavia, con questa sigla non si identifica solo un disturbo ma un punto di partenza, un percorso che se affrontato correttamente può assumere un significato diverso. I DSA sono in tutto sono 4, in base all’abilità interessata:
Dislessia: disturbo della lettura nella componente di velocità e correttezza. La lettura del bambino/a risulta poco fluente in termini di velocità e/o continua a produrre vari errori
Disortografia: riguarda la componente di scrittura in termini di correttezza ortografica. Tipicamente questi bambini confondono alcune lettere (sia per la loro somiglianza in termini di suono che in termini grafici), non riesce a memorizzare l’uso delle doppie e degli accenti oppure non memorizza come e quando delle parole devono essere scritte attaccate o staccate
Disgrafia: riguarda la componente di scrittura in termini qualitativi. La persona scrive in una modalità difficilmente leggibile e/o lenta. Gli insegnanti faticano a correggere il testo, perché non lo decifrano
Discalculia: riguarda difficoltà nel gestire il valore quantitativo, ma anche nel leggere/scrivere il numero. L’alunno può ha difficoltà nell’eseguire le procedure delle operazioni scritte e incolonnamento. Può anche essere lento nell’eseguire i calcoli a mente ed avere difficoltà a recuperare le tabelline e calcoli semplici
TRATTAMENTO
I bambini e ragazzi che presentano questi disturbi, in ambito scolastico in relazione al livello della loro difficoltà, possono usare strumenti come lettori, pc e correttori ortografici. Accanto a questi strumenti concordati con genitori e insegnanti, dovrebbe essere attivata la programmazione di un percorso specifico per il superamento delle problematiche di apprendimento, attraverso le tecniche (basate sull’evidenza) comportamentali, basate sulle teorie dell’apprendimento.
COSA SI INTENDE CON L’ACRONIMO BES?
I DSA rientrano all’interno di una più ampia categoria definita con l’acronimo BES (Bisogni Educativi Speciali). Con ciò, ci si riferisce a tutti coloro che, anche solo per determinati periodi, necessitano di particolari esigenze educative. Le motivazioni possono essere svariate e vanno da fattori fisici, biologici, fisiologici, psicologici e sociali, ma verso i quali la scuola deve rispondere in modo personalizzato.
I BES si suddividono in tre grandi sottocategorie (Direttiva Ministeriale del 27.12.2012):
1) Disabilità
2) Disturbi evolutivi specifici (tra cui rientrano i DSA)
3) Svantaggio socio-economico, linguistico e culturale
Con l’individuazione di questa macrocategoria e le successive circolari ministeriali, viene garantito il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento a tutti gli studenti con difficoltà. Cerchiamo ora di chiarire alcuni punti (I DSA e gli altri BES 2016):
– L’acronimo BES non si riferisce ad una diagnosi. Identifica solo una definizione pedagogica e non clinica;
– Alcuni alunni con BES possono, però, avere una diagnosi. Infatti, in questa categoria, sono compresi disturbi come per esempio il funzionamento intellettivo limite;
– I DSA rappresentano una sottocategoria dei BES sottoposta alla disciplina della normativa vigente (con caratteristiche specifiche in relazione a questo quadro). Altre forme di disturbo o situazioni di svantaggio possono avere alcuni aspetti in comune con i DSA, a livello didattico.
Per chi voglia maggiori informazioni un opuscolo informativo a cura del Centro Studi e Ricerche sul Comportamento